
Edward Bach
Edward Bach nasce il 24 settembre del 1886 a Moseley, un paese del Galles, frequenta l’università di Londra e nel 1912 si laurea in medicina.
Dalla personalità dolce ma determinata e dalla costituzione fisica un pò gracile, inizia subito a lavorare nel reparto di chirurgia d’urgenza dove inizia ad osservare attentamente i suoi pazienti ed intuisce che: “nel trattamento di una qualsiasi patologia la personalità dell’individuo gioca un ruolo più importante del corpo”. Bach dimostra subito un atteggiamento critico verso la terapia ufficiale dei suoi tempi, per la sua spiccata invasività e tossicità, ma soprattutto, per il semplice approccio sintomatico. Comincia così, a interrogarsi spesso circa i meccanismi intrinseci della malattia e a cercare qualcosa che possa alleviarla in modo naturale e radicale.
Nel 1913 ottiene l’incarico di responsabile medico del pronto soccorso dell’ospedale universitario e successivamente quello di responsabile del reparto di chirurgia d’urgenza al National Temperance Hospital, incarico che è costretto però a lasciare dopo pochi mesi a causa di gravi problemi di salute.
Inizia ad interessarsi agli studi di immunologia e diventa assistente di batteriologia presso l’ospedale universitario. Questo nuovo approccio aprirà al giovane Bach delle porte nuove e congeniali alle sue future intuizioni, oltre a dargli grande fama e prestigio in ambito medico a livello internazionale.
Studiando la flora batterica intestinale di diversi pazienti cronici, riuscì ad isolare quei bacilli che si presentavano in concentrazione nettamente superiore alla media. Da questi microrganismi ottenne dei vaccini autogeni che somministrò ai pazienti riscontrando in quest’ultimi progressivi miglioramenti clinici rispetto ai loro disturbi cronici (artrite, emicania, ecc).
Conoscendo le successive scoperte di Bach non stupisce l’iniziale approccio agli studi di immunologia, quasi a cercare sin da subito nel paziente stesso le cause della sua sofferenza ed il relativo rimedio ad essa stessa. Questa nuova visione terapeutica, ” cercare di ottenere con il simile la risposta alla cura” condurrà inevitabilmente Bach verso studi di tipo omeopatico anche se con fonti e metodi di preparazione completamente diversi.
Mentre è batteriologo presso l’ospedale omeopatico di Londra, Bach entra in contatto con un testo medico molto particolare: l’Organon di Samuel Hahnemann. Leggendolo, Bach trovò un’affinità col proprio pensiero: entrambi erano dell’opinione che bisognava curare il malato e non la malattia. La tecnica di diluizione omeopatica gli permette di diluire i suoi stessi vaccini intestinali e di ottenere i 7 nosodi di Bach ancora oggi usati in omeopatia. Bach diviene così famoso in tutto il mondo per i suoi rimedi molto efficaci dall’assunzione semplice e per nulla invasiva.
Nel 1914 scoppia la prima guerra mondiale e Bach diviene responsabile di oltre 400 posti letto per i reduci di guerra presso l’ospedale universitario, oltre al suo lavoro al reparto di batteriologia e a quello di assistente clinico presso l’ospedale della scuola medica dove lavora dal 1915 al 1919. Lavora incessantemente per alleviare le sofferenze dei reduci.
Nell’aprile del 1917 la giovane moglie Gwendoline, sposata nel 1913 more di difterite. Un mese dopo, a maggio, Bach sposò Kitty Light, la donna dalla quale aveva avuto una figlia, Evelyn detta Bobbie, l’anno prima. Nel luglio dello stesso anno, mentre stava operando, Bach sviene a causa di una grave emorragia e viene operato d’urgenza. Gli viene diagnosticato un tumore alla milza che, nonostante l’asportazione, diede ai chirurghi motivo di prognosticargli tre mesi di vita a causa della presenza di metastasi nel fegato.
Bach decise di reagire a questa notizia dalle conseguenze apparentemente inevitabili passando il proprio tempo in laboratorio, assorbito completamente dai propri esperimenti. I tre mesi passarono e Bach non morì; la malattia regredì fino a scomparire del tutto e non si ripresentò per i successivi vent’anni.
La sua esperienza personale fu forse alla base dell’idea che formò la base del pensiero di Bach, secondo cui avere una grande passione e una finalità precisa nella vita poteva essere di aiuto nel ritrovare la salute; su questo principio di “grande vitalità” si fondano infatti i suoi rimedi.
Nel 1928 arriva a scoprire i suoi primi rimedi floreali. Mentre si trovava ad una festa, annoiandosi, cominciò ad osservare tutti gli invitati rendendosi conto che molti di essi presentavano straordinarie somiglianze nel modo di comportarsi e nel proprio linguaggio non verbale. Spesso ciò avviene in modo così palese da farli rientrare in una tipologia caratteriale ben precisa nonostante le differenze fisiche. Intuisce così che forse la classificazione e l’osservazione dei pazienti non deve essere fatta in base alla descrizione della malattia ma della tipologia caratteriale del paziente.
In questo periodo Bach scopre i primi tre rimedi floreali: Mimulus, Impatiens e Clematis.
Il nesso tra fiore e tipologia lo coglie attraverso l’osservazione delle caratteristiche del fiore o della pianta alla quale appartiene, rifacendosi così alla antica cultura erbale e alla dottrina delle signature.
Grazie alle lunghe passeggiate nei boschi e alla sua attenta osservazione Bach ricava le premesse fondamentali per il suo lavoro e la scelta avviene con criteri ben precisi: la parte floreale della pianta rappresenta il culmine energetico di tutto il suo sviluppo, la sua massima potenzialità, oltre a costituirne l’apparato differenziato. Come l’uomo filogeneticamente è il mammifero più evoluto della specie animale, così il fiore è l’organo più specializzato del mondo vegetale.
Anche il metodo di preparazione dei fiori avviene in modo del tutto casuale ed intuitivo: durante una camminata mattutina osservando i fiori rugiadosi, Bach capisce che la rugiada avrebbe potuto essere il modo più naturale per ottenere un rimedio che contenesse l’energia dell’intera pianta.
Dopo averla raccolta e testata egli scoprì che la rugiada prelevata dai fiori esposti al sole era quella che presentava le maggiori vibrazioni energetiche. Cercò così di riprodurre il processo naturale attraverso il quale si formava la rugiada, essendo molto difficile raccoglierla in quantità sufficiente per la preparazione dei rimedi. Egli raccoglieva quindi i fiori nei luoghi dove essi crescevano spontaneamente, nelle ore mattutine di una bella giornata di sole.
Nell’estate del 1930 compone la prima stesura del libro “Guarisci te stesso“, che viene pubblicato nell’inverno dello stesso anno. E’ di questo stesso periodo la scoperta di sei nuovi rimedi, facenti parte di quel gruppo che prenderà poi il nome di “12 guaritori”, ovvero: Chicory, Agrimony, Vervain, Cerato, Centaury e Scleranthus.
Tra il 1931 e il 1932 egli scopre gli ultimi tre guaritori tra cui Water Violet, recandosi nel Sussex, Gentian e Rock Rose, e procede alla stesura del libro “Libera te stesso“.
Nel gennaio del 1933 lascia Cromer per Marlow, sul Tamigi, e scopre in questo periodo altri quattro rimedi che chiamerà “rimedi d’aiuto ” in quanto li considera utili in quelle persone dove il tormento e la preoccupazione per la malattia è diventato parte integrante del carattere stesso. Scopre quindi: Gorse, Oak, Heather, Rock Water. Si dedica quindi alla stesura del manoscritto “I dodici Guaritori e quattro Rimedi d’aiuto”, che viene pubblicato nell’autunno del 1933. Bach estrae poi il fiore dell’avena selvatica, Wild Oat, e poi Olive, proveniente dall’Italia, per chi soffre ed è esausto a causa delle difficoltà. Segue Vine, con i fiori della vite portati dalla Svizzera, per chi desidera convincere tutti quanti a fare ciò ch’egli vuole. Sempre in questo periodo nasce dall’unione di 3 rimedi il famoso Rescue Remedy, che verrà poi perfezionato nella formula che tutti conosciamo, comprendente 5 fiori.
Tra il 1934 e 1935 pubblica “I dodici guaritori e i sette rimedi di aiuto”, lascia definitivamente Cromer, il villaggio di pescatori in cui aveva vissuto e dopo diverse ricerche si stabilisce nel villaggio di Sotwell, in una piccola casa chiamata Mount Vernon, oggi è sede del Bach centre.
nel marzo 1935 scopre il primo rimedio della nuova serie, Cherry Plum e nell’arco di pochi mesi scopre tutti i restanti 19 fiori che compongono il sistema floreale.
Nell’estate del 1936 inizia a scrivere quella che diventerà poi la versione definitiva del suo testo sui fiori di campo, così come ama definirli, ovvero “I dodici guaritori e altri rimedi“, e lavora inoltre una conferenza intitolata “Le erbe guaritrici“, che espone il giorno del suo cinquantesimo compleanno, il 24 settembre 1936. Edward Bach muore il 27 novembre 1936.